martedì 15 marzo 2011

Intervista: Antonello Carrozza (del 26/05/2006)


1) Dopo “Capirò Crescerai” arriva come singolo in promozione “L’amore è un’equazione”, stiamo parlando delle HIT di Antonello Carozza, spiegaci il significato di questa tua nuova canzone.
“L’amore è un’equazione” parla del significato stesso della parola “AMORE” ma più che altro del tema dell’amore, un tema che non è mai passato e che non ha mai stancato nessuno nonostante tutti i più grandi poeti e autori di canzoni ne hanno sempre parlato nelle loro opere.
2) Oltre ai passaggi radiofonici, “L’amore è un’equazione” è accompagnata anche da un videoclip, dov’è ambientato? Svelaci qualcosa del backstage!
Il videoclip è stato girato a Napoli in posti molto suggestivi: in un casolare abbandonato, in un antichissimo serbatoio d’acqua dell’antica Roma, in una salagiochi, su dei binari ferroviari (aperti al transito in quel momento!!). Beh, la cosa più bella è che nel video io suono un bellissimo pianoforte a coda bianco, la mia passione!
3) Le canzoni delle quali abbiamo fin’ora parlato, sono entrambe contenute nel tuo primo Album (L’amore è un’equazione). La track list è composta da nove brani, conosciamoli meglio iniziando con il brano che apre il cd: “Come faccio a diventare un uomo”! Cosa spieghi in questo testo, (perché ricordiamolo pure che i brani sono tutti scritti da te), forse ancora tu non ti ritieni tale?
In realtà mi sento di essere in una fase di passaggio tra il ragazzo e l’uomo. Il testo di questa canzone è un vero e proprio dialogo immaginario tra l’Antonello adolescente e immaturo e l’Antonello maturo e responsabile.
4) “Portami a ballare” parla di una ragazza, di una Lei che deve spiegarti cosa pensano i Suoi di te, una Lei alla quale, allo stesso tempo dici di andare un po’ più piano nel Vostro rapporto. L’hai dedicata a qualcuno in particolare?
No a nessuno perché fortunatamente fino ad oggi non ho trovato ancora una ragazza che avesse intenzioni di passare una vita insieme a me…sono troppo giovane per pensarci e voglio soprattutto prima pensare alla mia carriera e a realizzarmi facendo musica.
5) “Fede”, il brano scritto in memoria di Federica De Gregorio, descrive una perdita, una scomparsa, un dramma che forse tu hai vissuto in prima persona. È stato difficile esternare quest’argomentazione in una canzone?
No, sono parole che mi sono venute “di getto” e quando l’ho scritta, un mese dopo la sua morte, non c’era nessun progetto discografico ma mi ero già detto tra me e me che se un giorno avessi realizzato un album con le mie canzoni, Fede doveva esserci per lasciare un ricordo indelebile di lei. L’intento principale però è quello di sensibilizzare i giovani ad essere prudenti sulle strade!
6) Questo tuo lavoro, oltre agli otto brani firmati da te, contiene una cover: “Reality”. Perché hai scelto di reinterpretarla, forse sei legato per qualche episodio particolare a questa canzone?
Reality è una canzone che a me è sempre piaciuta; la stavo ascoltando in macchina mentre stavo realizzando il mio disco e ho pensato: beh, la canto bene, mi piace tanto, ha fatto innamorare tanti giovani di una volta…perché non proviamo a rilanciarla in una nuova versione?! Magari può far ancora innamorare tanti giovani d’oggi se si cambia un pò il ritmo e qualche strumento…
7) Dal 16 Giugno sarai in giro con il tuo tour in tutta Italia, ci puoi dare qualche anticipazione su come si svolgerà il tuo “show”, e sui brani che ci saranno all’interno della scaletta? Innanzitutto sarò accompagnato da una band di professionisti che suonano da tanti anni e che hanno accettato di suonare per me e con me. Nel mio live interpreterò, oltre a tutti i brani contenuti nel mio album “L’amore è un’equazione”, cover che hanno fatto storia degli anni 70’, 80’, 90’! Ovviamente non mancheranno momenti piano-voce nei quali interpreterò altri grandi classici della musica italiana e internazionale.


8) E per concludere, augurandoti un grande in bocca al lupo, ti lascio uno spazio per inviare un messaggio finale a tutti i lettori di quest’intervista. Buona estate!
Cari lettori, mi auguro avrete apprezzato le mie canzoni ma soprattutto spero di regalarvi sempre nuove emozioni. Se non avete ancora ascoltato il mio disco potete averne un’anteprima sul mio sito www.antonellocarozza.it Spero che sarete presenti numerosi nei miei concerti e nelle mie numerose performance canore ma, soprattutto, spero tanto di venirvi a trovare nella vostra città al più presto!Buona estate a tutti. Antonello

Da Imperfection a Love Kills. Le tante doti dell’artista Chiara Iezzi! (del 17/05/2006)


Prima la musica, dopo i dipinti, adesso le foto. Chiara Iezzi, conosciuta da tutti come componente del duo pop Paola&Chiara, oggi ci presenta il suo nuovo progetto fotografico dove espone i suoi pensieri. Love Kills è il nome di questo lavoro, che viene fuori dopo un periodo di isolamento, durante il quale Chiara ha esternato i suoi stati d’animo e tutte le sue sensazioni attraverso le immagini. Volevo illuminare un corpo umano, dice lei stessa in un’intervista, e continua affermando che “Spesso viviamo nell’oscurità, senza rendercene conto. È una riflessione sull’amore e le sue facce più oscure”. Così spiega il messaggio di Love Kills e delle sue immagini che sarà possibile vederle dal 29 maggio al 7 giugno al Davide Gruppi Show Room, che si trova in Via Medici n° 13, Milano. L’artista ha scelto di esporre le sue opere proprio a “casa” di Davide, perché è fortemente attratta dal modo in cui il Groppi lavora con le luci. Il designer molto famoso come tale, si presenta aperto a qualsiasi forma d’arte, quindi perfetto per mettere in mostra le nuove creazioni di Chiara!
Le foto che si potranno ammirare allo Show Room non sono degli scatti veri e propri, ma sono dei frames estrapolati da alcuni filmati girati in casa sua, con una videocamera Canon MV 750i.
Questa non è la prima esposizione per Chiara. Qualche anno addietro è stata protagonista di “Imperfection”, progetto attraverso il quale ha mostrato le donne dal suo punto di vista, disegnandole su tela.
Quale altro lato artistico nasconde ancora Chiara Iezzi? Mistero! Però tutto è possibile di fronte ad una donna dalle tante qualità come lei, che ricordiamo tornerà prossimamente con la sorella Paola nel mercato musicale, proponendo un nuovo album, il quale è già in fase di scrittura.
Al momento, per apprezzare le sue meravigliose doti d’artista, non resta altro che recarsi alla serata d’apertura dell’exhibition, che sarà accompagnata alla consolle dalla presenza di Andy dei Bluvertigo!

L'aldiquà! (del 12/05/2006)


Samuele Bersani

DAL 19 MAGGIO IN TUTTI I MUSIC – SHOP L’ALDIQUA’. IL NUOVO CD!

DEDICATO A: Enzo Baldoni - Raffaello Baldini - Lino Barattle

Nel nuovo atteso album di inediti di Samuele Bersani, “L’aldiquà” (disponibile nei music – shop dal 19 Maggio), sono inseriti 10 nuovi brani, che portano la sua stessa firma.

Distribuito dalla Sony BMG, “L’aldiquà” contiene anche il singolo già in programmazione nelle radio dal 10 febbraio, Lo scrutatore non votante. Altri hit contenuto nel nuovo cd, portano il nome di: “Maciste” scritta con Pacifico, “Occhiali rotti”, dedicata al giornalista morto in Iraq, Enzo Baldoni

Samuele Bersani è nato a Rimini l’1 ottobre 1970. La sua carriera artistica inizia nel 1991 all'interno del tour Cambio di Lucio Dalla, con la canzone "Il mostro".
Nel 1992 arriva il suo primo album “C’hanno preso tutti”, del quale si è sentito molto parlare grazie al brano Chicco e Spillo.
Nel 1994 presta la sua penna a Fiorella Mannoia, scrivendole il brano “Crazy Boy”.
Nel 1995 torna con “Freak”; con questo album vende oltre 150.000 e brani contenuti all’interno come Freak e Spaccacuore, gli fanno raggiungere i vertici delle classifiche.
Nel 1996 passa dalla Mannoia a Dalla, scrivendo per lui “Canzone”, la hit più richiesta forse dell’anno.
Nel 1997 pubblica il suo terzo album “Samuele Bersani”, dal quale estrapola le forti hit: Coccodrilli, e Giudizi Universali. Con il secondo brano, il cantautore si aggiudica il Premio Lunezia 1998 come miglior testo letterario.
Nel 1998, Samuele Bersani incide la canzone "Siamo gatti", che viene scelta come colonna sonora per il film a cartoni animati "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.
Nel 2000 partecipa con “Replay” al Festival di Sanremo vincendo il premio della critica e nello stesso anno inizia a scrivere il brano che da il titolo al film di Aldo, Giovanni e Giacomo, “Chiedimi se sono felice”; questa canzone verrà poi inserita nell’album “L’oroscopo speciale”, insieme anche al brano sanremese.
Nel 2002 pubblica la sua prima raccolta con tre inediti “Che vita”, “Milingo” e “Le mie parole”, scritto da Pacifico.
Nel 2004 arriva il suo ultimo album “Caramella smog”.

Samuele Bersani è oggi considerato come uno dei grandi poeti della Musica Italiana.

Intervista: Alessandro Banchero. (del 12/04/2006)


1. Giovane milanese, riflessivo, estroverso, sensibile, puntiglioso….. queste caratteristiche corrispondono ad Alessandro Banchero, in che altro modo ti descrivi, chi si cela dietro il tuo volto?
Un ragazzo che con molta umiltà ed altrettanta determinazione cerca di dare un senso alla propria esistenza spirituale e professionale tentando di impiegare al meglio ogni secondo che ha a disposizione.

2. Da un paio di mesi sei uno dei concorrenti del reality Vite Spiate, come ti sei ritrovato in questo gioco?
Bene, il reality non ha deluso le mie attese. Prima di parteciparvi avevo due esigenze: ritrovare la mia vita sociale, annullata da un lungo periodo d’introspezione, e poter avere un pubblico a cui dimostrare le mie qualità ed ambizioni. Vi garantisco che “ViteSpiate”, nonostante le molte insidie e gli inconvenienti insiti nella convivenza forzata che impone, le ha soddisfatte entrambe.

3. Con chi ti senti più legato all’interno della casa?
Sono il primo di quattro fratelli maschi ed ho praticato per 17 anni uno sport di squadra (l’Hockey su ghiaccio), sono quindi abituato a vivere e convivere con persone caratterialmente diverse da me. Se avessi però potuto scegliere le persone con cui affrontare quest’avventura mediatica di certo non avrei fatto a meno della spensieratezza e della simpatia di Giulia.

4. Vivere in un reality ha in qualche modo cambiato il tuo modo di essere, il tuo modo di fare, oppure ti comporti come sei nella vita di tutti i giorni? Ti senti quindi “limitato” dentro quell’appartamento?
Sono esattamente come mi si vede tra le mura dell’appartamento di ViteSpiate. Detesto l’ipocrisia! C’è tuttavia una sfera della mia vita che le telecamere riescono ad inibire e che non riusciranno mai a catturare: quella sessuale. Ritengo di avere un giusto (non eccessivo) senso del pudore.

5. Grazie alle telecamere di Vite Spiate sono riuscito a vedere più volte i tuoi Talk Show riguardanti attualità, poesia e anche comicità… ti piacerebbe quindi, esplodere nel mondo dello spettacolo con la conduzione di un qualsiasi programma, oppure la tua massima aspirazione, è sempre quella di diventare una star del cinema?
Sono convinto che la comunicazione sia il principale strumento di crescita e di pace che abbiamo a disposizione. Essa ci permette di confrontarci su più livelli emozionali e di ampliare le nostre vedute, è questo il concetto che sta alla base dei miei Talk Show all’interno di ViteSpiate. Appuntamenti nati da questa mia convinzione e dalla passione per gli argomenti che tratto (poesia, attualità, musica, comicità,…) nonché dal desiderio di impiegare al meglio sia il mio tempo all’interno del reality sia l’interattività che esso pionieristicamente, almeno nel contesto italiano, consente. L’aspetto della conduzione di queste serate era per me del tutto secondario ma il largo consenso che poi mi ha investito mi ha inevitabilmente fatto aprire gli occhi anche su questa professione e sulle mie reali capacità nel poterla svolgere. Pensate che in molti tra le persone che seguono il programma mi hanno indicato come l’erede della bravissima Maria De Filippi, con tale convinzione da dedicarmi addirittura un forum intitolato “AMICI di Alessandro Banchero”. Alla luce di quest’illuminante esperienza non nascondo dunque che mi piacerebbe condurre un programma televisivo ferma restando tuttavia la primordiale bramosia di potermi vedere un giorno sul grande schermo cinematografico.


6. Hai degli studi alle spalle di recitazione?
Si ho studiato dizione e recitazione con l’eccellente Guido Paternesi, actor-coach a “Vivere” la rinomata soap opera di Canale 5, ma ho fatto anche tanta esperienza diretta sui numerosi set che ho calcato.

7. Se domani bussasse alla tua porta un regista per proporti il ruolo di protagonista di un film già interpretato da un qualsiasi altro attore, quale sceglieresti?
Senza esitazioni gli direi che mi piacerebbe interpretare il ruolo di Leonardo Di Caprio in “Titanic”. Un personaggio che per il suo romanticismo e per il suo approccio alla vita si avvicina moltissimo al mio modo di essere.

8. Accetteresti di posare nudo per un calendario, o di recitare in un film hard?
Escludo a priori l’ipotesi di un film a luci rosse. Non direi di no, invece, ad un calendario in cui debba posare senza veli purché il nudo sia artistico, non integrale e soprattutto non volgare.

9. Cosa pensi del cinema italiano? E riguardo il piccolo schermo, hai qualche critica o commento da fare?
Il nostro cinema a mio avviso sta vivendo una fase di transizione nel senso che, grazie a nuovi scrittori e registi come Pieraccioni e Muccino (con i quali non lo nascondo mi piacerebbe lavorare), sta lentamente uscendo dalla fase trash che lo ha caratterizzato negli ultimi anni per tornare a riproporre la brillante commedia all’italiana di cui, a titolo esemplificativo, Risi e Comencini sono stati grandi protagonisti.
Nel piccolo schermo invece il trash è purtroppo sempre più dilagante. Con ciò non voglio dire che esso sia da “debellare” completamente, dal momento che arricchisce la tavola cromatica dell’offerta televisiva, ma che quantomeno venga limitato in modo che non ne diventi il colore predominante e che lasci maggior spazio ad una programmazione di più alto contenuto. A volte riguardo estasiato e con un velo di malinconia le registrazioni di “Mille luci”, “Canzonissima” e “Studio uno”. Trasmissioni d’altri tempi. Bei tempi!

10. Che genere di film preferisci?
Istintivamente mi piacciono molto le commedie sentimentali, ma guardo con piacere anche tutti gli altri generi di film(thriller, drammatici, storici…) Sottolineo però che sono uno spettatore molto esigente: non amo la banalità ed anche laddove ci sia l’originalità, nella storia e/o nel modo di raccontarla, questa deve essere validamente supportata dai dialoghi, dalla fotografia, dall’ambientazione, dalla scelta del cast e da un giusto ritmo.

11. Il tuo percorso di studi è terminato con il conseguimento della Laurea in Economia e Commercio, perché non hai continuato la tua vita su questa direzione?
Dopo la laurea ho lavorato come consulente fiscale per un’importantissima società milanese. Un’esperienza interessante e gratificante che tuttavia mi ha messo davanti ad un interrogativo: “E’ questa la vita che vuoi per te?” Sono così caduto nella profonda e silenziosa introspezione di cui ho parlato prima, una lunga meditazione dalla quale infine mi sono rialzato aggrappandomi ad un convinto e secco “No!” In essa ho scandagliato a fondo le mie passioni ed i miei interessi ed ho capito che stavo reprimendo la mia scalpitante vocazione per lo spettacolo e per l’intrattenimento tenendola ingiustamente imprigionata dietro al sicuro ma angusto recinto di un lavoro impiegatizio. Ho realizzato che mi sentirei più vivo e felice nell’incertezza che si cela dietro all’inseguimento di un sogno piuttosto che nel rimpianto per non aver mai tentato di realizzarlo.

12. C’è qualche persona in particolare che ti aspetta, oltre la tua famiglia ed i tuoi amici, fuori da questa casa? Sei legato sentimentalmente a qualcuno?
Sono Single.

13. Cosa pensi di fare, finito questo reality, hai già qualche progetto?
Ho cominciato a lavorare in televisione come attore all’età di 17 anni girando il mio primo spot pubblicitario. Ho intravisto in questo reality, a 10 anni di distanza da quell’esordio, una vetrina in cui espormi nella speranza che qualche addetto ai lavori, passandovi davanti, potesse riconoscere le mie qualità (artistiche e non) e potesse darmi la possibilità di farne gli strumenti di una solida professione. Mi attendo che accada proprio questo al termine del programma.


14. Saluta www.quartopotere.com con una frase poetica d’effetto e contraccambio io il saluto augurandoti di riuscire a raggiungere tutto ciò che nella vita ti sei prefissato. Spero che riuscirai a coronare i tuoi sogni.
Uno dei miei poeti preferiti, Tagore, ha scritto:
“Lungo molti anni a grande prezzo, viaggiando attraverso molti paesi, andai a vedere alte montagne, andai a vedere oceani. Soltanto non vidi dallo scalino della mia porta la goccia di rugiada scintillante sulla spiga di grano”.
Io in quest’intervista, ovvero in questa goccia di rugiada, ho visto l’oceano!
Grazie!

lunedì 14 marzo 2011

Intervista: Rudy Valente (del 13/02/2006)


Gennaio 2006 è la data che segna l’inizio del primo Reality italiano via web! Si! Nasce Vite Spiate avente come location uno stabile sito a Milano, dove all’interno si trovano otto partecipanti, che “volente o nolente” sono obbligati a convivere. Vite Spiate nasce dell’idea di un serial americano e ha come obiettivo quello di seguire la vita delle persone per 14 ore al giorno; questa è una grande differenza che il reality presenta rispetto a tutti gli altri. I concorrenti possono dedicare 10 ore di tempo nell’arco quotidiano della propria giornata, all’esterno della casa per svolgere i propri impegni e doveri (lavoro, questioni personali, ecc).
La redazione di Quarto Potere è riuscita ad entrare all’interno di questo show, grazie all’intervista realizzata al partecipante Rudy Valente, che ha suscitato il nostro interessamento per il forte carattere che possiede. Il ragazzo si presenta molto bene sia nell’aspetto estetico che nella proprio cultura. Rudy possiede il mix giusto per avere successo e perché no, magari anche per diventare il nuovo talento dello spettacolo made in Italy. Conosciamolo un po’ meglio:

Fabio: Rudy Valente, giovane ragazzo lombardo che si definisce “cocciuto e passionale”, sei uno dei concorrenti del Reality via etere Vite Spiate, chi sei veramente, parlaci un pò di te.
Rudy: Fabio, che dirti di me! Sai molte persone hanno detto di me leggendo la mia scheda personale dal sito, che sembro di primo acchitto, una persona che se la tira, che si da delle arie. Secondariamente, gli stessi conoscendomi in chat, hanno avuto un ripensamento ed hanno scoperto in linea di massima la vera persona genuina in tutto e per tutto che sono effettivamente. Di me personalmente cos’altro posso aggiungere oltre a quello che già è presente nella scheda, …. beh, che mi sto divertendo molto qui dentro e che sta cambiando molto la mia personalità, appunto per questa esperienza. Sai vivere dentro un Reality è una cosa molto soggettiva, va da persona a persona. Io non immaginavo neanche di avere un’esperienza sotto tutti gli aspetti che si stanno presentando; convivere con sette persone, trovarsi a far da mangiare per sette, oppure come questa sera per ben 13 persone, fare le pulizie e soprattutto cercare di stare in armonia con tutti, a mio avviso è un’impresa a dir poco magistrale. Un’altra cosa che mi sta succedendo in questo momento e che sto imparando grazie a questo gioco, a capire il mondo del web, quello dei chattisti, e cercare di capire chi si cela dietro i vari nickname.

Fabio: Perché hai scelto di fare questa esperienza e di entrare a far parte del cast di Vite Spiate?
Rudy: In un mondo dove la notorietà ti viene presentata sotto forma di reality, ho deciso anche io di imbarcarmi in questo travolgente viaggio. I motivi che mi hanno spinto sono stati essenzialmente due: il primo, quello banalissimo di trovare a cercare in questo reality un gancio che mi potesse portare poi a fare quello che effettivamante voglio, cioè il cinema o meglio il teatro. Io penso che l’espressione maggiore per una persona in questo campo, cioè dello spettacolo, sia il palcoscenico del teatro, nonostante credo che le prospettive di guadagno siano ben che minime. Il secondo motivo mi è stato dettato dalla voglia di avere una nuova esperienza, principalmente perché questo reality si presentava fin dall’inizio innovativo, sia nella forma e sia nei contenuti. Il fatto stesso che io potessi uscire dalla casa per dieci ore al giorno per fare le mie cose, mi ha dato modo di dire si e di accettare, perchè contrariamente, se m’avessero proposto lo stile vero e proprio del reality, tipo grande fratello, dove sei tappato per tre mesi in una casa senza alcuna possibilità di comunicare con l’esterno, e di avere rapporti personali, ecco a quel punto avrei sicuramente rifiutato.

Fabio: Con quale persona all’interno della casa hai legato di più?
Rudy: Con nessuno io lego molto. Quello che vedono e che vedete può essere una finzione mia o può essere magari un gioco, io questo non te lo voglio e non te lo posso dire perché come in tutti i reality… eh, come si suol dire, ne rimarrà soltanto uno, quindi auspico che sia io l’highlander finale e quindi non mi posso permettere di scoprire le mie tattiche. Voi ragazzi, vedete da casa vostra tutto come un gioco, e di fatto lo è, però io vi posso assicurare che qui dentro è una guerra! Siamo in una situazione nelle quale le sottigliezze psicologiche che girano attraverso le relazioni interpersonali tra i partecipanti all’interno della casa, fanno muovere determinate pedine. Alla fine, con tutto ciò, si determina il migliore o il peggiore della settimana o addirittura si arriva all’espulsione. In conclusione dico, lego con tutti e allo stesso tempo non lego con nessuno.

Fabio: E all’esterno sei fidanzato o sei single?
Rudy: Io nella mia vita privata ho un rapporto con una persona che dura da quasi un anno. È un relazione di “molla e piglia”, l’amore sai com’è, rose o spine, litigarello, tutto quello che vuoi. Sono fidanzato, però questo non preclude tantissime altre vie. Io inoltre reputo che l’amore è bello se è come nelle fiabe, deve avere un inizio ed una fine, altrimenti a mio avviso non ha ragione di esistere.

Fabio: Cosa ti aspetti accadrà nella tua vita, finita questa avventura?
Rudy: Alla fine di questa avventura spero e mi auguro di poter dire la frase eh….. che un reality l’ho fatto anch’io. Inoltre, a parte questo, spero che l’esperienza che sto vivendo mi aiuti a cambiare la mia vita in bene, se non come vincitore, perché si sa come Sanremo, come ogni altro posto dove si proclama il numero uno, chi vince non è mai quello che viene premiato. Oltretutto, mi auguro che questo reality mi porti a conoscere tutta quella serie di contatti che mi possano permettere di concretizzare il mio sogno, che è appunto come già ti ho detto, fare teatro. Magari arriva qui in casa la Carla Fracci di turno, oppure un Direttore Artistico, o persone che in un futuro mi invitano a serate di gala. Sai, io penso che il passaparola e il relazionarsi con le persone sia un’arma potente a volte molto più di un contratto di esclusiva con una società di moda. Quindi visto che io vedo tutto questo come trampolino di lancio, ben venga per lanciarmi al meglio.

Fabio: Per chi come te, si vuole cimentare in situazioni anologhe a queste, (partecipare ad un reality), cosa consigli?
Rudy: Tutti i ragazzi che vogliono entrare nel mondo dei Reality, dello spettacolo perché anche questo pur se viaggia nel web, è spettacolo, devono essere camaleontici, devono prepararsi ad affrontare, detto da me, una “guerra”. Infatti io definisco questo reality, come un’arena con all’interno, noi, sette piccoli gladiatori, che lottiamo per cercare ogni giorno di spuntarci il voto in più o in meno e che per farlo dobbiamo usare tutte le nostre armi. Quelle a nostra disposizione possono essere la simpatia, la cultura, la nostra potenza per bucare lo schermo. Ai ragazzi, quello che consiglio, è di cercare di farsi un ottimo bagaglio culturale e soprattutto un po’ di pelo nello stomaco, per poter affrontare le bordate che ricevono ed automaticamente poter permettersi di dare queste bordate alle altre persone. Inoltre una cosa che non deve mancare è un’alta percentuale di sicurezza, perché altrimenti ragazzi non si va da nessuna parte, come penso in tutti i lavori della vita. Questo però è un lavoro molto più subdolo; l’artista, in riferimento al mondo dello spettacolo, ha un lavoro che viaggia sui dei fili, su canoni di apprezzamento di gente che magari non ha mai visto, non ha mai sentito. Tutto questo è l’indice poi del tuo successo, che ti viene ripagato con del denaro. Io sostengo anche che il denaro che l’artista riceve, viene dato come compenso per aver limitato la propria privacy.
L’artista non ha successo soltanto per il proprio aspetto fisico; alla fine puoi essere bello ma se sei privo di contenuti a livello tuo personale di cultura, di simpatia, come ti dicevo prima, di strada ne farai ben poca.

Fabio: Grazie mille per la tua collaborazione e ti auguro davvero di riuscire ad avere una baita in montagna, quindi a coronare l’altro tuo sogno, oltre a quello che sicuramente si realizzerà, cioè di diventare un ottimo attore di teatro!
Rudy: Grazie mille a te Fabio per avermi dimostrato un tuo interessamento. Un bacio

Intervista: Tina Sgrò (del 06/02/2006)


“Sto portando avanti una poetica chiamata dell’Insignificante, cioè della proposizione differenziata dell’oggetto rispetto allo sguardo dello spettatore. C’è una insignificanza costruttiva e una distruttiva. Quella costruttiva è la capacità di portare il proprio personale sguardo a raggiungere vari obiettivi e anche quelli nascosti, superando l’iniziale impatto immediato, guardando un oggetto”.
In queste parole Tina Sgrò spiega la sua arte, la sua Nuova Figurazione; la giovane Artista, nata come tale grazie allo studio compiuto presso l’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, e soprattutto grazie alla volontà che lei stessa dice di avere, nell’utilizzare il colore di una pennellata per esprimere le sue emozioni, esporrà dal 18 Febbraio le sue opere presso la Galleria Studio Vivo di Cremona, sita in Piazza Roma n° 1 .
La sua determinazione e il suo amore per l’arte, hanno fatto si che arrivasse seconda classificata al Premio Morlotti 1998, e prima classificata al Bando Nazionale per l’acquisizione di opere d’arte presso la Corte dei Conti. Brevemente l’artista ci racconta qualcosa della sua professione:
1. La tua prima esibizione in pubblico, o meglio sotto gli occhi della giuria, a quale occasione risale, e come ricordi quell’ evento che sicuramente ti ha segnato la vita?
Ricordo quel giorno ancora con molta emozione, appunto perché è stato il primo.
Era in occasione di un concorso al quale mi sono presentata con un’opera intitolata Solitudine. Il quadro raffigurava un uomo, un uomo solo. In questa opera sono molto presenti colori scuri. Lo stupore sicuramente ha riempito quella giornata, non mi aspettavo di vincere.
2. Il quadro al quale sei più legata qual è?
Si chiama poggia pentole. Ci tengo parecchio a quel dipinto perché esprime nel miglior dei modi il contenuto iconografico e la gestualità segnica cui protendo.
3. La tua prossima personale sarà dal 18 febbraio a Cremona, (c/o Galleria Studio Vivo), che opere si potranno ammirare?
Nelle mie opere sono spesso presenti immagini di autostrade, interni, paesaggi, quindi questi saranno i quadri che troverete esposti nella Galleria di Cremona.
4. Progetti per il futuro?
Tante mostre in Italia, e fiere Internazionali. www.tinasgrò.it

Negramaro: non troppo amaro. (del 02/02/2006)


Tanto amaro non è stato l’ultimo anno di carriera della nota band “Negramaro”. Ripercorriamola brevemente: “A marzo del 2005 arrivano al palco dell’ariston con il brano Mentre tutto scorre, e subito, da lì, inizia il loro successo. La canzone, diventa in poco tempo tormentone, e il loro ascolto si propaga anche nei mesi caldi della stagione estiva con il brano Estate. Concludono questo periodo di promozione, guadagnandosi la vittoria al Festivalbar 2005 del Premio Rivelazione. Dopo, si ripresentano in classifica, con solo 3 minuti, singolo che arriva subito nelle prime posizioni delle chart italiane. In novembre, agli MTV EUROPE AWARDS di Lisbona, si aggiudicano il premio BEST ITALIAN ACT. Qualche giorno dopo, vincono per il miglior video d’ artista emergente, al PREMIO VIDEOCLIP ITALIANO con “Mentre Tutto Scorre” e il PREMIO M.E.I. come miglior band emergente dell'anno.
Adesso in attesa del loro show live sold out di Milano, che si terrà nel mese di marzo, il gruppo gira l’Italia in lungo ed in largo, omaggiando i loro fan con tutti i pezzi cantati dal vivo!
I nomi della composizione dalla band sono: Giuliano Sangiorgi (voce e chitarre); Emanuele Spedicato (chitarre); Ermanno Carlà (basso); Danilo Tasco (batteria); Andrea Mariano (pianoforte e sintetizzatori); Andrea De Rocco (campionatore).
Bravi Ragazzi, continuate così.

Fabio Romeo

From Backstage